Dio della natura, prima figlio e poi consorte di Fauna, la Dea della natura, viene rappresentato spesso con flauto e cornucopia, abbigliato con pelli di capra e armato di calva da pastore.
Fauno parlava profeticamente attraverso lo stormire del vento nelle fronde, o il bisbiglio delle foglie nel bosco e per questo fu soprannominato FATUUS.
Ma era anche nume ispiratore e invasante, che scaricava la propria >azione ossessiva e possessiva sulle sue prede, le Ninfe delle fonti e delle sorgenti. le quali, di conseguenza, divenivano simili alle Sibille nel loro profetare.
Talvolta Fauno fa risuonare la propria voce ancor oggi nelle selve e nei boschi e invia sogni profetici a chi è invasato di estasi.
È l’inventore degli antichissimi versi saturnii su cui si fonda la poesia latina.
È dunque il DIO D’ISPIRAZIONE PROFETICA E POETICA, come PAN e come le NINFE A CUI è CONNESSO.
È associato anche al timor panico, con apparizioni spaventose e voci soprannaturali.
Non sempre però la sua voce incute terrore, anzi, talvolta rassicura ed incoraggia.
È un NUME BUONO, protettore degli animali domestici, delle greggi e delle coltivazioni.
Piedi di capra e corna sulla fronte, esprimeva spesso questo detto a chi lo interrogava:
“OGNI TIPO DI SAGGEZZA UMANA E’ VANA!”
Il Fauno, infatti, era portatore e sostenitore dell’ISTINTO che si basa direttamente su se stesso e sul mondo, senza elucubrazioni mentali!
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ti aspettiamo dal 10 al 18 febbraio a ModenaFiere!
Un po’ di STORIA D’ARTISTA PER VOI:
Giuseppe Pisani nacque a Carrara nel 1757 e si formò all’Accademia di Belle Arti di Firenze, prima di trasferirsi a Roma dove fu preso sotto l’ala di Giuseppe Albani.
Viaggiando con Albani a Vienna, fu introdotto nella cerchia dell’arciduchessa Maria Beatrice Vittoria d’Este che lo nominò precettore di disegno per i suoi figli, incarico che gli valse numerose commissioni. Quando il Ducato di Modena si risollevò dopo la caduta di Napoleone, Francesco IV nominò Pisani scultore di corte e docente presso l’Accademia di Belle Arti della città, di cui sarebbe diventato direttore nel 1821.
La popolarità del Satiro di Albani è confermata da un inventario delle opere della bottega di Luigi Valadier redatto dal figlio Giuseppe nel 1810, in cui vengono menzionate versioni della scultura sia in stucco che in legno. Una versione in bronzo di Luigi Valadier, databile intorno al 1780, è ora al Rijksmuseum di Amsterdam, mentre un’altra versione era conservata alla Trinity Fine Art di Londra nel 2004.
Giuseppe Pisani
Busto di fauno
Marmo di carrara