Le Sibille sono personaggi storicamente esistiti oltre che figure leggendarie legate alla mitologia greca e romana. Sono delle vergini con particolari virtù profetiche che venivano ispirate direttamente dagli dei. Queste donne, infatti, avevano il dono di predire il futuro e dare responsi a quesiti esistenziali che erano solite scrivere su foglie o libri, a volte anche a pagamento come nel caso dei re.
In antichità le Sibille erano numerose ma le più note erano quella di Delfi, di Eritrea e di Cuma. Queste veggenti erano conosciute anche con il nome di Pizie, in riferimento all’omonima serpe che uccise Apollo a Delfi quando si impadronì della fonte dell’oracolo. Anche se appartenenti al mondo pagano, le sibille sono sopravvissute all’avvento del cristianesimo e ne hanno preso parte diventando personaggi decorativi da affiancare a quelli biblici all’interno di chiese e luoghi sacri.
Le Sibille di Bernardino Nocchi sono semplicemente ineguagliabili.
Bernardino Nocchi occupa un posto di rilievo nel passaggio tra la pittura Tardo Barocca e la stagione del Neoclassicismo. Formatosi nella vivace Cultura Romana di fine Settecento, Nocchi seppe fondere armoniosamente eleganza compositiva e rigore accademico, guadagnandosi attenzione e committenze di alto profilo.
Questi due bozzetti preparatori per gli affreschi della Sala dei Fasti Prenestini in Palazzo Stoppani Vidoni a Roma testimoniano in modo straordinario il processo creativo dell’artista: dalle prime linee di carboncino, attestate dall’importante disegno preparatorio su carta conservato a Lucca, presso il Museo Nazionale di Villa Guinigi, fino alla stesura pittorica definitiva.
Da notare la monumentalità delle figure in uno spazio architettonico semicircolare. Le vesti avvolgenti, i toni caldi e la sapiente resa dei panneggi rivelano la maestria del Nocchi nel dare vita a un dialogo intenso tra i personaggi e l’osservatore. Le figure femminili delle Sibille incarnano la tradizione classica e al contempo il tema profetico-cristiano che prefigura l’avvento del Messia.
L’artista cattura con efficacia la solennità mistica di questi personaggi, collocandoli all’interno di un registro compositivo che unisce grazia estetica e pregnanza simbolica. La trama pittorica rivela stesure rapide, tipiche di bozzetti ideati per definire la composizione generale. Grazie ai toni rosati, ocra e azzurri, si intravede la transizione stilistica di Nocchi verso un’eleganza neoclassica, pur mantenendo certi echi barocchi nella ricchezza cromatica.
Nel panorama artistico di fine Settecento, Nocchi fu apprezzato da committenze sia laiche che religiose, giungendo a realizzazioni importanti a Roma e nella sua Lucca. Questi bozzetti rientrano nel filone delle decorazioni celebrative degli ambienti nobiliari e mostrano la poliedrica abilità del Nocchi, a metà tra la tradizione Barocca e la nuova sensibilità Neoclassica.
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Bernardino Nocchi
(Lucca, 1741 – Roma, 1812)
Le Sibille
Bozzetti preparatori per gli Affreschi della Sala dei Fasti Prenestini di Palazzo Stoppani Vidoni a Roma Coppia di dipinti, olio su tela