Venere, dal greco Afros, cioè, spuma, è il secondo pianeta del sistema solare e il più luminoso dopo la luna e per questo motivo è conosciuto fin dall’antichità. Venere è visibile soltanto poco dopo il tramonto e poco prima dell’alba, ma gli antichi, che non disponevano di strumenti sofisticati, pensarono di essere di fronte a due oggetti distinti, una stella della sera e una stella del mattino, almeno fino a quando Pitagora non comprese che si trattava dello stesso pianeta.
VENERE è anche una DEA, dalla ineguagliabile bellezza. la DEA DELL’AMORE, della fecondità, della primavera.
Molti artisti tra cui BOTTICELLI hanno dedicato CAPOLAVORI ASSOLUTI A QUESTA REGINA DEL CIELO.
In questo Capolavoro è il Guercino a immortalare su tela la madre di Cupido, fascinosa, sensuale, immensamente bella …ma molto gelosa, capricciosa e battagliera al punto da conquistare l’amore del dio della guerra Marte o Ares in greco (da cui nacque Cupido, il dio paffutello e dispettoso che scoccava infallibili frecce d’amore).
Essendo nata dal mare era venerata come protettrice dei naviganti. Appena sorta dalle acque le Ore la vestirono e la adornarono di rose, mirto e di gioielli accompagnandola poi a Citera ponendola su una conchiglia e dove prontamente le fu innalzato un santuario. Da lì fu portata dagli Dei dell’Olimpo su un carro trainato da candide colombe.
Come Dea della natura le sono sacre le rose e le piante, ma anche gli animali, come il delfino, la quaglia e la lepre. passeri, colombe e cigni, nonchè l’ariete e il serpente. Possedeva un cinto che rendeva irresistibile chiunque lo indossasse, che donò poi a Ippolita, regina delle Amazzoni.
Le sue ancelle sono le Grazie. Suoi attributi sono le colombe o i cigni, la conchiglia, i delfini, la cintola magica che rende seducente chi la indossa, la torcia che desta amore, il cuore fiammeggiante, la rosa, il mirto sempreverde come l’amore.
Altro attributo convenzionale può essere lo specchio. Il mito narra della sua nascita dalla spuma creata dai genitali di Urano tagliati e gettati in mare da Crono. Appena uscita dall’acqua, fu trasportata dagli Zefiri fino alla costa di Cipro, ma secondo altre fonti approdò prima a Citera o a Pafo. Sulla riva fu accolta dalle Ore (le Stagioni) che la vestirono, la agghindarono e la condussero presso gli immortali.
Un’altra versione del mito la vuole invece figlia di Zeus e Dione. Platone immaginò l’esistenza di due Veneri, una nata da Urano, il cielo, e detta perciò Venere urania, dea dell’amore puro; l’altra nata da Dione detta Venere pandemia, cioè popolare, dea dell’amore volgare.
GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI detto IL GUERCINO
VENERE
1656-1657
Olio su tela
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