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ORIGINALITA’ ED ELEGANZA, FORZA, DELICATEZZA e IRRIVERENZA IN STUDIOLO FINE ART a Modenantiquaria 2024!

La FIGURA DI DONNA di Luigi Bracchi spicca per l’eleganza e l’imperiosità della figura perfettamente amalgamata nello spazio circostante.
Bracchi fu sposato a Regina Cassolo, scultrice bidimensionale futurista che fu sua compagna per tutta la vita, con la quale condivise esperienze e gli studi, pur restandone sostanzialmente distanziato a livello estetico e formale.

In quest’opera, esposta al Palazzo della Permanente di Milano nel 1953, giunge ad un esito di grande impatto, grazie soprattutto all’appiattimento dei volumi oggettivi, rigenerati attraverso l’utilizzo di una geometrizzazione cromatica scomposta.

L’assimilazione di cubismo e futurismo fusi insieme alla classicità formale di Bracchi risultano vincenti per una resa originale ed elegante della figura e dello spazio che la ospita. Questo tipo di modalità espressiva sarà un costante nell’arte di Bracchi sin dagli anni Trenta, ma non sarà il suo unico modo di esprimersi in pittura.

Studiolo Fine Art presenta a Modena altri ineguagliabili Capolavori a partire da “Le gioie della mamma” di Cesare Monti, opera intensamente coinvolgente, carica di quelle emozioni quotidiano che caratterizzano tutti noi.

Nel 1930 Monti raggiunge grande notorietà, grazie anche all’assegnazione del premio Omero Soppelsa per il miglior paesaggio conseguito alla Biennale di Venezia di quell’anno; la sua fama di ritrattista, però, si era già andata affermando nella Milano bene, come dimostra il ritratto della Signora marieda Boschi nella prima sala della casa museo Boschi -DI Stefano a Milano, eseguito del gennaio del 1929, dove ancora sono presenti accenti novecentisti. In quest’opera, che ritrae la famiglia Brandovani, libraio della Hoepli, Monti esplode in tutta la sua forza e delicatezza espressiva, ricca di impressioni marcate da linee delicate.

Altro sublime Capolavoro “La ginnasta” di Vindizioi Nodari Pesenti celebre per le esposizioni alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia e per il carismoa e la fora che comunica! Per non parlare del Capolavoro di Franco Asco “La scugnizza”, più unica che rara!

Studiolo vi attende a Modenantiquaria 2024 dal 10 al 18 febbraio!

CESARE MONTI
(Brevia, 1891 – Bellano, 1959)
Le gioie della mamma 1930
Olio su tela, cm 127×91
firmato e datato in basso a destra “C. MONTI/1930”
Collezione privata
Provenienza: Collezione Brandovani, Milano
Esposizioni: Cesare Monti, Galleria Pitocchetto, Brescia 1973
Bibliografia: Cesare Monti 1973, tav. 23; L’arte itinerante del Novecento Italiano, a cura di N.Colombo e G.Cribiori, Allemandi Torino 2011
G.C.

Vindizio Nodari Pesenti
(Medole, 1879 – Mantova, 1961)
La ginnasta, 1939.
Gesso patinato, altezza cm 170, base cm 54,4×77,2
Firmata alla base “Vindizio NP”
Esposizioni: XXIII Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia – Biennale, Venezia, 1940
Museo Civico Galleria D’Arte Moderna di Mantova, Palazzo Te, 1980
Bibliografia:
XXIII Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia – Biennale, Venezia, 1940 cat della mostra
Catalogo mostra Museo Civico Galleria D’Arte Moderna di Mantova, Palazzo Te, 1980
Provenienza: Licia Nodari Pesenti.

LUIGI BRACCHI
(Tirano, 1892 – Milano, 1978)
Figura di donna, 1953
Olio su tela, cm 106×90
Firmato in basso a destra «Bracchi»
Esposizioni: Mostra Nazionale, Palazzo della Permanente, Milano,1953
Bibliografia: Corriere Lombardo, 24 dicembre del 1953; Tra le righe. Ventiquattro artisti del Novecento italiano attraverso immagini e parole, a cura di G.Cribiori, 9cento Milano Edizioni, 2023, p 104 tav 46

FRANCO ASCO
(Trieste, 1903 – Milano, 1970)
Scugnizza, 1965
Altezza cm 133,5
Firmata e datata “Asco 1965”
Bibliografia: Tra le righe. Ventiquattro artisti del Novecento italiano attraverso immagini e parole, a cura di G.Cribiori, 9cento Milano Edizioni, 2023, tav 5, p 57

Asco torna al figurativo in un mometno della carriera in cui se ne sembrava definitivamente allontanato, ma non è certo l’imprevedibilità che gli manca.
Questa opera dai connotati spiritosi, offre una curiosa rilettura del primitivismo scultoreo degli anni venti/trenta, sostenuto da una accentuata sintesi dei lineamenti.
I particolari delle mani, nella loro perfetta resa plastica e la sinuosità del corpo, ammiccante, irriverente e “smorfiosetto”, riportano alla luce il virtuosismo tecnico di Asco, come sempre eccellente.
G.C.