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“Vestita di sole…sul suo capo una corona di dodici stelle”: fascino sublime in Maurizio Nobile Fine Art

Giovanni Maria Mazza in Ecce Homo e Madonna by Maurizio Nobile Fine Art.

Nel primo sublime capolavoro viene raffigurata la Vergine. Il personaggio poggia una mano sul petto; il volto estatico è proteso in avanti, verso destra, con gli occhi socchiusi. La composizione è animata dal manto che, come mosso da un vento, scivola dal capo sulle spalle, intrecciandosi tra le braccia della figura.

L’iconografia è quella della Donna dell’Apocalisse nella visione di San Giovanni Evangelista a Patmos: «vestita di sole, […] sul suo capo una corona di dodici stelle». È infatti circondata da una raggiera realizzata a incisione, a cui si interpongono alcune stelle create mediante l’utilizzo di uno stampo (nel nostro caso se ne vedono soltanto nove, non dodici).

Il secondo rappresenta un Ecce Homo, ossia un Cristo seminudo nel momento in cui viene presentato da Ponzio Pilato al popolo di Gerusalemme. La tunica cade sulle spalle del personaggio in modo irregolare. I polsi sono legati tra loro con una corda. Il viso è rivolto a sinistra, con lo sguardo contrito e la bocca semiaperta.

Anche lo sfondo dell’Ecce Homo è decorato con una raggiera a incisione. Dietro il capo della figura sembra essere stata modellata un’aureola dalla superficie piana.
Entrambe le terrecotte erano verosimilmente rivestite da una patina monocroma a finto bronzo, oggi quasi del tutto perduta.

Un’opera del tutto simile, per soggetto e composizione, all’ovato con la Vergine è il rilievo firmato e datato 1687 da Giuseppe Maria Mazza, oggi nella Pinacoteca Nazionale di Bologna.

In Pinacoteca si conserva anche il pendant dell’opera, raffigurante San Giuseppe con il Bambino.